Il 2025 si è aperto con una notizia che ha fatto discutere il mondo del lavoro: Amazon ha deciso di riportare tutti i suoi dipendenti in ufficio cinque giorni su cinque a settimana, abbandonando definitivamente non solo il lavoro full remote ma anche la modalità ibrida. "Stare insieme in ufficio rende più semplice imparare, fare brainstorming e inventare", ha dichiarato l'amministratore delegato Andy Jassy in una lettera ai dipendenti, spiegando che l'obiettivo è ricreare il clima di startup che ha sempre caratterizzato l'azienda.
Ma Amazon non è sola. Negli Stati Uniti, uno dei primi ordini esecutivi del presidente Donald Trump ha imposto il divieto di lavoro a distanza per i dipendenti federali americani, mentre altre grandi aziende, negli USA come in Europa, stanno richiedendo il ritorno in ufficio almeno tre giorni a settimana. Si tratta di episodi isolati o di un vero cambio di paradigma che segna la fine dell'era dello smart working?
Per comprendere meglio il momento che stiamo vivendo, è utile ripercorrere le tre fasi attraverso cui si è evoluto tumultuosamente il mondo del lavoro negli ultimi anni.
Prima fase: la presenza totale (pre-2020)
Prima della pandemia, il lavoro in presenza era la norma indiscussa e il remote working l’eccezione. Gli uffici erano il cuore pulsante dell'attività aziendale, luoghi dove si costruivano relazioni, si condividevano idee e si cementava la cultura aziendale. Il lavoro da remoto era peraltro spesso visto con sospetto da manager e responsabili delle risorse umane che associavano la presenza fisica alla produttività.
Seconda fase: il full remote forzato (2020-2022)
L'emergenza sanitaria ha ribaltato completamente questo paradigma. Da un giorno all'altro, milioni di lavoratori si sono trovati a operare dalle proprie case, dimostrando che molte attività potevano essere svolte efficacemente a distanza, quantomeno in una situazione di emergenza come quella. Le aziende hanno dovuto adattarsi rapidamente, investendo in tecnologie e ripensando i propri processi.
Terza fase: la modalità ibrida (2022-2024)
Con la fine dell'emergenza sanitaria, molte organizzazioni hanno optato per un approccio ibrido, combinando giorni in ufficio e lavoro da remoto. Questa soluzione sembrava rappresentare il giusto compromesso tra flessibilità e collaborazione, produttività e work-life balance, permettendo ai dipendenti di mantenere alcuni benefici del lavoro da casa senza perdere completamente il contatto diretto con colleghi e azienda.
Il ritorno alla presenza totale, come quello richiesto da Amazon, presenta aspetti positivi e negativi che vale la pena analizzare.
I vantaggi della presenza totale:
Gli svantaggi:
Il lavoro completamente da remoto ha mostrato potenzialità ma anche limiti evidenti.
I vantaggi del full remote:
Gli svantaggi:
La modalità ibrida ha tentato di coniugare i vantaggi di entrambi gli approcci.
I vantaggi dell'ibrido:
Gli svantaggi:
Quello che stiamo vivendo non è semplicemente un ritorno al passato, ma un momento di riflessione profonda sul futuro del lavoro. Le decisioni di Amazon, Trump e altre realtà aziendali sui due lati dell’Atlantico rappresentano tentativi di trovare la formula più efficace per conciliare produttività, innovazione, benessere e crescita dei dipendenti.
La verità è che non esiste una soluzione universale. Ogni azienda deve considerare diversi fattori: il tipo di attività svolta, la cultura organizzativa, le esigenze dei dipendenti, gli obiettivi di business e le risorse disponibili.
Manager, responsabili HR e lavoratori si trovano ancora in una fase di sperimentazione, cercando di capire quale mix di presenza e flessibilità possa garantire il miglior equilibrio tra produttività e qualità della vita. Le decisioni prese oggi plasmeranno il futuro del lavoro per gli anni a venire ma potrebbero anche non essere definitive.
Forse la domanda giusta non è se sia il momento di abbandonare lo smart working, ma piuttosto: come possiamo utilizzare al meglio tutte le modalità di lavoro a nostra disposizione per creare ambienti professionali più efficaci, inclusivi e sostenibili? La risposta, probabilmente, sarà diversa per ogni organizzazione, ma il dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte rimane la chiave per trovare la strada giusta.